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GIULIO  REGENI  ED  IL  QUIETO  VIVERE
Mi dispiace dover tornare a parlare di Giulio Regeni - lo studente universitario efferatamente torturato ed ucciso dalla polizia egiziana - ma l'altro giorno mi è capitato di ascoltare il resoconto televisivo del giornalista Francesco Di Mare di Uno Mattina il quale con tranquillità solenne elencava gli sviluppi (non scritti da lui) della vicenda Regeni. Si vedeva soltando la sua rassegnata faccia e si ascoltava la sua moscia voce. Non c'era nerbo tonale né immagini (di repertorio), sembrava leggesse una relazione contabile... Il povero ragazzo friulano quanto avrà pianto e gridato sotto le torture... ?! Quanto soffriranno e piangeranno i suoi genitori... ?!
COMMENTO1. C'è più verve da parte dei giornalisti stranieri che da quelli italiani !!! 
Di Mare è solo mesto e pacato di fronte ai mostri, mentre dovrebbe urlare lo sdegno ed il dolore degli italiani ed incitare all'azione paratrice.
COMMENTO2. Gli italiani alla Di Mare sono panciafichisti, amano il quieto vivere e lasciano correre... Mi viene in mente una persona che mi diceva: "Porta pasiensa, lasa star...", il tutto per il quieto vivere, per non litigare, per non farsi dei nemici, ... in definitiva per lasciare che i criminali restino impuniti e continuino con le loro malvagità a far soffrire gli innocenti.
P.S. Perché non hanno messo un Santoro al posto dell'ignavo... ? ...per non "turbare" gli "alleati" egiziani ?
Affi, 16 febbraio 2016
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